Superbonus e asseverazioni video, Napoli e gli altri Ordini della Campania insorgono: Procedura inutile e lesiva della dignità dei professionisti


Asseverazioni video, Superbonus: l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli, col Presidente Edoardo Cosenza, si fa interprete del malcontento degli iscritti rispetto alla nuova procedura di certificazione dei lavori effettivamente eseguiti richiesta da Deloitte.
 Tale procedura è anzitutto ritenuta gravemente lesiva della dignità dei professionisti e per giunta superflua in quanto agli Ordini è demandata dalla Costituzione la funzione di garante della legalità a cui dunque tutti gli iscritti devono attenersi.
 L’Ordine di Napoli – insieme a tutti gli altri Ordini degli Ingegneri della Campania (Avellino, Benevento, Caserta e Salerno) – sottoscrive una LETTERA APERTA ai Colleghi con cui si formalizza il dissenso rispetto a questa nuova e inutile procedura, manifestando completa sintonia con quanto già espresso in merito dalla Rete delle Professioni Tecniche (Rpt) e dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri.
 Di seguito e in allegato pubblichiamo dunque il testo della lettera aperta.

Cari Colleghi,
dopo ormai due anni di continui mutamenti della legge sul Superbonus che sembrava essere il nuovo Piano Marshall per la comunità tecnica, si sta assistendo a qualcosa che nemmeno la più fervida immaginazione poteva pensare. Dopo le asseverazioni, le assicurazioni, il Durc di congruità, le autodichiarazioni e gli atti di notorietà, alcuni dei maggiori player che comprano i crediti derivanti dalle attività superbonus stanno chiedendo ai tecnici asseveratori di preparare dei video a testimonianza della veridicità delle lavorazioni eseguite e da loro progettate e dirette.



Tale richiesta nasconde in sé un’ignoranza normativa ed un totale disprezzo della categoria che denigra il titolo della professione ai limiti della legalità. Si ricorda che l’iscrizione all’albo professionale è un obbligo di legge per l’esercizio della professione, previsto anche nella nostra Costituzione all’art.33, di cui gli Ordini professionali rappresentano l’ente di prossimità garante del corretto operato degli iscritti a tutela della società.
 La dimostrazione con un video del proprio operato svilisce la figura stessa del professionista che è alla stregua di un mero esecutore privo di alcuna autorità come invece la sua etica, deontologia e professionalità gli impone.



Pur comprendendo quindi le preoccupazioni degli enti coinvolti nel processo di rendicontazione, riteniamo che la procedura adottata sia inappropriata e lesiva per la figura del professionista e pertanto esprimiamo totale contrarietà a questo ulteriore onere che non garantisce alcuna sicurezza aggiuntiva alle procedure già ampiamente garantiste, ma mina solo la credibilità di un’intera classe di professionisti.


Condividiamo la posizione della Rete delle Professioni Tecniche e del CNI che ne è parte integrante.

 Con l’aiuto di tutti i nostri iscritti, sempre attenti alle novità che si susseguono in campo normativo, continueremo a monitorare la situazione a salvaguardia della tutela dell’esercizio della professione dei nostri prestigiosi Ordini professionali.