Ingegneria protagonista a SPS Italia. Annunziata: “Innovazione ed etica, il nostro impegno”
Dal 13 al 15 maggio 2025, Parma ha ospitato SPS Italia, la fiera per l’industria intelligente, digitale e sostenibile. In questo appuntamento, giunto ormai alla 13esima edizione e dedicato all’evoluzione del settore manifatturiero, è stato protagonista anche il sistema ordinistico degli ingegneri, con uno stand dedicato e un convegno dal titolo “Costruire il domani. Ingegneri protagonisti della trasformazione”. Tra gli Ordini che hanno dato il loro patrocinio, anche quello di Napoli.
Nel Padiglione 8 il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI), la Federazione Regionale degli Ordini degli Ingegneri dell’Emilia-Romagna (FedIngER) e il Comitato Italiano Ingegneria dell’Informazione (C3i, coordinato dal presidente dell’Ordine di Napoli, Gennaro Annunziata) – con il contributo al coordinamento dell’Ordine di Parma, provincia ospitante – hanno messo in vetrina la cultura della conoscenza.
“Si tratta di un patrimonio fatto di competenze, visione e responsabilità. Perché l’ingegneria è molto più di una disciplina tecnica: è il ponte tra sapere e innovazione, tra teoria e applicazione, tra progresso e sicurezza”, ha sottolineato Angelo Domenico Perrini, presidente CNI.
“Dove c’è innovazione c’è l’ingegneria, ci sono gli ingegneri – ha ribadito Elio Masciovecchio, vice presidente del CNI – : per questo il CNI ha ritenuto fondamentale partecipare, anche perché cresce notevolmente il numero dei nostri iscritti del terzo settore che non solo rappresenta il futuro, ma già ora agisce in perfetta sinergia con gli altri settori dell’ingegneria. Difatti abbiamo voluto essere presenti anche col nostro comitato C3i, appositamente dedicato a questi temi”.
CONFRONTO A PIU’ VOCI
Accanto allo spazio informativo e ad un’Area Talk in cui durante la tre giorni si sono susseguite 32 presentazioni di progetti ingegneristici innovativi, il momento cardine è stato quello del convegno istituzionale, in programma nella mattina del 15 maggio, nella Sala Agorà. Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) e la Federazione Regionale degli Ordini degli Ingegneri dell’Emilia-Romagna (FedIngER) hanno promosso un confronto dal titolo “Costruire il domani. Ingegneri protagonisti della trasformazione”.
A confronto professionisti, istituzioni, esponenti del mondo delle imprese, accademici ed esperti per riflettere sulle sfide della transizione digitale ed ecologica, dell’intelligenza artificiale, della cybersecurity e dell’industria 5.0.
A condurre il dibattito è stato Pietro Adrasto Ferraguti, direttore responsabile di 12 TV Parma.
IL VALORE UMANO DELLA PROFESSIONE
In apertura il presidente del CNI Angelo Domenico Perrini, ha posto l’accento sul valore umano e sociale della professione.
“Dietro ogni tecnologia – ha detto Perrini – ci sono persone, competenze, visione e responsabilità. Non è la macchina che innova, ma la persona che la progetta e la usa con creatività e coscienza etica. Il ruolo degli ingegneri oggi non è soltanto di creare tecnologia, ma farlo in modo responsabile e orientato al miglioramento concreto della vita delle persone”.
Perrini ha inoltre sottolineato l’importanza dell’iscrizione all’Albo per gli ingegneri dell’informazione, come garanzia di formazione continua e di rispetto del codice etico, a tutela non solo delle imprese ma dell’intero sistema sociale.
Sulla stessa linea Alessio Colombi, coordinatore FedIngER, che ha invitato a guardare con lucidità al futuro: “Viviamo un momento storico in cui l’industria, e con essa l’intera società , è attraversata da due trasformazioni epocali: la transizione digitale e la transizione ecologica. Sono sfide sistemiche, che coinvolgono tecnologie, processi, persone e modelli organizzativi. Il domani non si prevede: si progetta, si costruisce, si guida. E non si costruisce da soli, ma insieme, con visione, competenza e responsabilità”.
PROFESSIONI REGOLAMENTATE: UNA GARANZIA
Un forte richiamo all’etica dell’innovazione è arrivato da Gennaro Annunziata, coordinatore C3i e presidente dell’Ordine degli ingegneri di Napoli, che ha posto l’accento sull’impatto delle nuove tecnologie sull’umanità e sul ruolo delle professioni regolamentate.
“Con l’avvento dell’intelligenza artificiale e la crescente digitalizzazione – ha rilevato – la dimensione etica rischia spesso di passare in secondo piano. In questo contesto, le professioni regolamentate possono giocare un ruolo cruciale, grazie ai codici deontologici che le guidano e che offrono una garanzia anche sul piano etico nella progettazione delle nuove tecnologie. È inoltre essenziale mantenere un dialogo continuo con tutti gli stakeholder – istituzioni, mondo accademico e ricerca – perché, se le idee possono nascere dai singoli, una visione davvero efficace richiede condivisione e collaborazione”.
Annunziata ha anche richiamato l’attenzione sulla cybersecurity, spiegando come gli investimenti in questo ambito non debbano essere considerati accessori, ma centrali per la sicurezza del lavoro e per la tenuta stessa del sistema produttivo.
UNA VETRINA DELLA CONOSCENZA
A seguire, Claudio Ferrari, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Parma, il quale ha rimarcato l’importanza della presenza degli Ordini in un contesto fieristico come SPS, in cui l’innovazione si misura anche in termini di idee: “In una fiera dove si espongono i prodotti dell’innovazione, abbiamo voluto esporre le idee e le conoscenze che stanno dietro la realizzazione dei prodotti tecnologici avanzati. Gli Ordini hanno un ruolo istituzionale nel sistema Paese e contribuiscono in termini di collaborazione. Se non si collabora, non si costruisce: la collaborazione è fondamentale per concorrere al bene comune e rendere competitivo il Paese”.
LA PAROLA ALLE IMPRESE
Molto attesi gli interventi del mondo imprenditoriale. Giovanni Baroni, vice presidente di Confindustria e presidente della Piccola Industria, ha lanciato un appello alla responsabilità: “L’intelligenza artificiale – ha detto – è sicuramente una rivoluzione culturale. È un appuntamento a cui le piccole e medie imprese non possono mancare, ma il punto è il governo di questa tecnologia. Gli ingegneri devono essere formati per la sua applicazione e conoscenza, ma anche per ridurne i rischi. L’intelligenza artificiale rimescola dati già esistenti: in termini di creatività non apporta nulla. L’essere umano resta l’artefice della creatività e della vera innovazione“.
LE CONDIZIONI PER LA COMPETITIVITA’
Anche Gabriele Buia, presidente dell’Unione Parmense degli Industriali, ha parlato di rivoluzione culturale: “Definirei l’intelligenza artificiale una rivoluzione al pari dell’introduzione della scrittura. Serve una visione europea condivisa: senza una normazione unica, ma soprattutto non penalizzante rispetto ad altri Paesi meno ingessati a livello di regole, altrimenti non riusciremo ad essere competitivi. Ma bisogna anche essere chiari con il governo: parlare di AI è importante, ma se non superiamo il gap competitivo, a partire dal costo dell’energia, dalla burocrazia, dalla normazione, rischiamo di restare indietro. L’Europa – ha concluso – rischia di essere spenta da Stati Uniti e Cina, perché siamo bloccati da limiti autoimposti. L’intelligenza artificiale è una tecnologia che dobbiamo guidare, ma serve metterci nelle condizioni di essere competitivi”.
Buia ha concluso, sottolineando l’urgenza di investire in formazione e riqualificazione professionale.
COLLA: PIù INGEGNERIA PER LO SVILUPPO
Il vice presidente della Regione Emilia-Romagna Vincenzo Colla ha evidenziato il ruolo sussidiario degli ingegneri per la qualità del sistema.
“La nostra regione – ha detto – vanta un’economia manifatturiera eccezionale e ha bisogno decisamente di ingegneria per qualificare il territorio. Quando ci sono buoni ingegneri, c’è una buona qualità a tutti i livelli, sia relazionali che di filiera. E non è vero che i nostri giovani non vogliano tornare: bisogna creare le condizioni per trattenerli o farli rientrare in Italia”.
Il convegno ha visto infine la partecipazione di esponenti del mondo accademico e della ricerca, come Andrea Prati, prorettore dell’Università di Parma, che ha sottolineato la sinergia tra università e mondo ingegneristico “al servizio della società civile italiana”.
Andrea Zappettini (CNR), Claudio Arlandini (CINECA), Emanuele Frontoni (Università di Macerata) e Lorenzo Ivaldi (Cybersecurity C3i) hanno arricchito il confronto con riflessioni su materiali avanzati, automazione, cybersecurity e standard per la manifattura intelligente, in un dialogo multidisciplinare che ha confermato quanto il futuro dell’innovazione si costruisca soltanto in modo integrato e collaborativo.
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