Dal 4 maggio "Fase 2": il Dpcm del Governo e un vademecum per gestire la vita di ogni giorno

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Emergenza Coronavirus: Ingenio Napoli, proseguendo nella scelta di mettere a disposizione dei suoi lettori i provvedimenti normativi per fronteggiare e contrastare l’epidemia, pubblica il DECRETO della Presidenza del Consiglio dei Ministri (in sigla Dpcm) del 26 aprile 2020 (in vigore da lunedì 4 maggio) che contiene nuove misure per un cauto riavvio del Paese. Di seguito pubblichiamo anche una sintesi del provvedimento, un vademecum operativo per la vita di ogni giorno, con una serie di contenuti tratti dal portale del quotidiano gratuito on line “Open”. Il Pdf del Dpcm è consultabile e scaricabile anche cliccando sul tasto ROSSO “Allegato” in calce a questo articolo.

Lunedì 4 maggio 2020: è da questa data che l’Italia ripartirà, dopo due mesi di lockdown causati dalla pandemia di Coronavirus: il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il Dpcm per la Fase 2 dell’emergenza Covid-19. Si riapre, ma non troppo e con molte cautele: le parole d’ordine sono ancora «distanziamento sociale», «convivenza col virus» e controllo della curva dei contagi.

La fase 2, per il momento, durerà fino al 17 maggio. Alle imprese che potranno riaprire dal 4 maggio sarà consentito preparare la ripartenza con “attività propedeutiche” a partire dal 27 aprile. Il tutto, continuando a mantenere il cosiddetto distanziamento sociale e invocando la responsabilità dei cittadini.
E con un monitoraggio costante dei contagi. Che, se dovessero risalire, potrebbero portare a nuove chiusure.
E ancora, sì allo sport, anche non vicino casa, no agli assembramenti. Sì ai funerali, con al massimo 15 congiunti, ma no alle messe (e la Conferenza episcopale italiana-Cei ha già preso posizione). Sì alla ristorazione da asporto, ma per la riapertura vera e propria di bar e ristoranti bisognerà aspettare il 1 giugno.
I negozi riapriranno il 18 maggio, mentre per manifattura, costruzioni e commercio all’ingrosso si riparte dal 4 maggio.
Attraverso le decisioni maturate da palazzo Chigi, dal Governo, dal Comitato tecnico scientifico e con il lavoro della task force per la fase 2 guidata dal manager Vittorio Colao, ecco dunque che cosa si può fare e cosa non si potrà fare dal 4 maggio. Mantenendo sempre il distanziamento sociale.

Dal 4 al 18 maggio
Il decreto configura una «conferma generalizzata delle misure di distanziamento gli spostamenti», spiega Conte. All’interno della Regione restano, per gli spostamenti, le comprovate esigenze lavorative, di necessità, di salute. Si aggiunge la possibilità di spostamenti mirati per fare visita ai congiunti. «Visite mirate fatte nel rispetto delle distanze, con mascherine e con divieti di assembramento», dice il premier. Niente party. Niente ritrovi di famiglia. E poi «è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; è in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza», si legge sul Dpcm che sarà in vigore dal 4 maggio.

Attività produttive: ripartono le costruzioni
In tutta Italia, si legge nel decreto sono ancora «sospese tutte le attività produttive industriali e commerciali», tranne le attività previste dalle eccezioni specificate dal decreto stesso: costruzioni, manifattura, commercio all’ingrosso. Per le costruzioni sono già stati messi a punto un protocollo nazionale (leggi QUI) e un’ordinanza specifica della Regione Campania (leggi QUI).
L’elenco delle attività che possono restare aperte «può essere modificato con decreto del Ministro dello sviluppo economico, sentito il Ministro dell’economia e delle finanze». Non cambia nulla per la pubblica amministrazione, per il momento. «Le attività produttive sospese possono comunque proseguire se organizzate in modalità a distanza o lavoro agile».
«È sempre consentita l’attività di produzione, trasporto, commercializzazione e consegna di farmaci, tecnologia sanitaria e dispositivi medico-chirurgici nonché di prodotti agricoli e alimentari. Resta altresì consentita ogni attività comunque funzionale a fronteggiare l’emergenza».

L’autocertificazione
«Nel momento in cui il regime degli spostamenti resta limitato è difficile abbandonare lo strumento dell’autocertificazione. Fino a quando ci saranno ragioni che devono giustificare lo spostamento, il regime dell’autocertificazione si conserverà», ha detto Conte nel corso della conferenza stampa di domenica 26 aprile. «Con questo nuovo provvedimento non avremo un ‘libera tutti’», ha chiarito il capo dell’Esecutivo. Restano chiuse scuole e università.

A casa chi ha la febbre
«I soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,5° C) devono rimanere presso il proprio domicilio e limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante», si legge nel Dpcm. «È fatto divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione o dimora per i soggetti sottoposti alla misura della quarantena ovvero risultati positivi al virus».

Mascherine obbligatorie in luoghi chiusi aperti al pubblico (e sui trasporti)
In tutta Italia sarà obbligatorio dal 4 maggio indossare «protezioni delle vie respiratorie nei luoghi confinati aperti al pubblico», compresi i mezzi di trasporto» e in ogni caso in cui non si possa mantenere il distanziamento.
IMPORTANTE – È possibile usare, specifica il decreto, «mascherine monouso o mascherine lavabili, anche auto-prodotte», con materiale adeguato e coprendo bocca e naso.

Ristorazione da asporto e servizi alla persona
Si entrerà uno alla volta e il cibo si consumerà a casa, spiega Conte. «Sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di un metro», si legge nel decreto. «Resta consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché la ristorazione con asporto fermo restando l’obbligo di rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, il divieto di consumare i prodotti all’interno dei locali e il divieto di sostare nelle immediate vicinanze degli stessi».
Per ristoranti, parrucchieri, barbieri, estetisti e bar, dice Conte, se ne riparla il 1° giugno. Per i negozi commerciali (con modalità di fruizione che possano assicurare il distanziamento) la ripartenza invece è prevista per lunedì 18 maggio.

Niente manifestazioni né feste
Il decreto ribadisce che «sono sospese le manifestazioni organizzate, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura con la presenza di pubblico». Niente feste pubbliche e private, anche nelle abitazioni private, «eventi di qualunque tipologia ed entità, cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati; nei predetti luoghi è sospesa ogni attività».

Niente messe
L’apertura dei luoghi di culto è possibile, ma solo «condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro». Sono sospese le cerimonie civili e religiose, quindi anche le messe. Una decisione che alza al massimo il livello dello scontro con la Cei, la Conferenza episcopale italiana, che è insorta parlando di «violazione della libertà di culto».
Nella notte fra il 26 e il 27 aprile, l’Esecutivo si è già detto disponibile a valutare una cauta correzione di rotta su questo versante.

Si torna ad onorare i defunti, celebrando i funerali
Dal 4 maggio sarà possibile tornare a celebrare i funerali. Con al massimo 15 persone. «Sono consentite le cerimonie funebri con l’esclusiva partecipazione di congiunti e, comunque, fino a un massimo di quindici persone, con funzione da svolgersi preferibilmente all’aperto, indossando protezioni delle vie respiratorie e rispettando rigorosamente la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro». Il passaggio cambia lievemente dalla ultima bozza del decreto alla versione definitiva firmata dal premier: nella bozza si parlava esplicitamente di mascherine, qui di «protezioni delle vie respiratorie».

Dal 4 maggio possibile l’accesso ai parchi (in sicurezza)
«Consentiamo l’accesso a ville, a parchi pubblici ma nel rispetto delle distanze e delle prescrizioni di sicurezza» dal 4 maggio, ha specificato il premier in conferenza stampa a Palazzo Chigi. L’accesso a parchi, ville e giardini pubblici «è condizionato al rigoroso rispetto» del divieto di assembramento «nonché della distanza di sicurezza interpersonale di un metro; il sindaco può disporre la temporanea chiusura di specifiche aree» dove non sia possibile assicurare il distanziamento. «Le aree attrezzate per il gioco dei bambini sono chiuse» (nella bozza c’era l’aggiunta di un’eccezione non più prevista del testo definitivo: «ove non sia possibile consentirne l’accesso contingentato»). Per i musei, se ne riparlerà il 18 maggio, dice Conte.

Sport all’aperto
«Non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto», si legge ancora nel testo. «È consentito svolgere individualmente, ovvero con accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti, attività sportiva o attività motoria, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività».
Restano sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati, ma possono ripartire le sessioni di allenamento «degli atleti, professionisti e non professionisti – riconosciuti di interesse nazionale dal Coni, dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni, in vista della loro partecipazione ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali ed internazionali». Sempre rispettando il distanziamento sociale, «senza alcun assembramento, a porte chiuse, per gli atleti di discipline sportive individuali».
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