Decreto Sblocca Cantieri: incontro di studio al Tar. La relazione di Giovanni Esposito: Ancora troppa complessità

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Si è svolto il 25 settembre, nella sala Filangieri del Tar Campania, un incontro di studi sul tema: “SBLOCCA CANTIERI. PROFILI DI DIRITTO SOSTANZIALE E PROCESSUALE A SEGUITO DELLA LEGGE DI CONVERSIONE”. A rappresentare l’Ordine degli ingegneri di Napoli, il Consigliere Tesoriere Giovanni Esposito e il Consigliere Ettore Nardi (rispettivamente primo e secondo da sinistra, nella foto qui in alto).
La manifestazione è stata promossa dalla Camera Amministrativa della Campania, unitamente all’Ordine degli Ingegneri di Napoli e all’Acen, l’associazione dei costruttori edili partenopei.
Ingenio Napoli pubblica ora il testo integrale dell’intervento tenuto dal Tesoriere Giovanni Esposito.

Decreto Sblocca Cantieri: Ancora troppa complessità

di Giovanni Esposito (Consigliere Tesoriere Ordine Ingegneri Napoli)

In questa sala si svolsero le 14 lezioni del corso sul codice dei contratti pubblici, con una parte speciale sulla Finanza di Progetto, organizzato dall’Ordine in collaborazione con l’Associazione per la Finanza di Progetto.
L’organizzazione del corso fu una delle mie prime attività che svolsi per l’Ordine di cui mi pregio essere tesoriere. Eravamo nel lontano 2008. Il codice dei contratti pubblici, anche detto codice De Lise, era stato varato nel 2006. Il corso vide la partecipazione di Paolo Salvatore, allora Presidente del Consiglio di Stato, di Paolo De Lise, allora Presidente del Tribunale Amministrativo del Lazio, del Professor Giuseppe Abbamonte,  degli allora Consiglieri Luigi Maruotti, Carmine Volpe, Raffaele Greco, Sergio De Felice, dei Magistrati Emanuela Loria, Angelo Scafuri, Cecilia Altavista, Giampiero Lo Presti, Germana Panzironi, Francesco Mele oltre che di esperti della Unità Tecnica Finanza di Progetto, e dell’allora Autorità per la Vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, poi divenuta ANAC.

SEMPLIFICAZIONE: UN TRAGUARDO ANCORA LONTANO
Allora come ora ritenevamo che vi fosse bisogno di un’efficace semplificazione nelle procedure e di interventi legislativi mirati. Sfortunatamente non è ancora così: il quadro di riferimento per i lavori pubblici risulta essere ancora frammentato e soggetto a continui mutamenti. Se ci riferiamo alla sola nuova versione del codice del gennaio 2016 (D.Lgs 50/2016), risalente a solo tre anni fa, abbiamo avuto una nuova versione nel luglio 2016 con 218 correzioni su 220 articoli, una ulteriore versione nel 2017 (D.Lgs 56/2017) con 441 modifiche a 130 articoli del codice, e l’attuale “Sblocca cantieri” che contiene a sua volta più di 50 modifiche al testo del codice.
Mi viene spontaneo esclamare: certo che i nostri colleghi liberi professionisti ed i nostri colleghi che operano nella Pubblica amministrazione hanno un bel da fare per rimanere aggiornati.

IMPIETOSO CONFRONTO CON L’EUROPA
Allora come ora ritenevamo che il progetto delle opere e dei servizi pubblici sia il fulcro centrale per uno sviluppo sostenibile dell’attrattività del territorio. Purtroppo non è ancora così: a parte il perdurare dell’appalto integrato, che vede la progettazione relegata in un ruolo essenzialmente subalterno, il confronto con le altre nazioni europee è impietoso: il valore di incidenza del costo dei servizi tecnici sul totale del costo delle opere che in Europa e in media del 20% e nel Regno Unito oltre il 30%, in Italia è notevolmente più basso (17% nel 2016).
Allora come ora ritenevamo che i tempi medi di realizzazione delle opere dovessero ridursi. Ancora non è così: si è passati dagli undici anni del 2009 ai 15 anni del 2017, con i tempi di attraversamento, ovvero i tempi medi per l’espletamento delle procedure autorizzative e di verifica pari al 50% circa dei tempi di costruzione.

FIDUCIA, MALGRADO TUTTO
Questo è il contesto in cui agisce lo “Sblocca cantieri”. Ma guardiamo con fiducia al futuro, come è tipico di noi ingegneri. Che cosa è infatti un progetto se non una scommessa sul futuro? Certo non siamo entusiasti dello “sblocca cantieri”, ma voglio sottolinearne, in sintesi, alcuni aspetti a cui bisogna guardare con interesse:
a) il superamento del principio della soft law, con il ritorno al regolamento attuativo, sperando che siano rispettate le tempistiche previste;
b) le nuove soglie di aggiudicazione, certamente più flessibili, che dovrebbero consentire una più rapida aggiudicazione e quindi una riduzione del tempo di realizzazione delle opere;
c) l’estensione dell’anticipo del 20% anche ai servizi ed alle forniture, prima previsto per i soli lavori;
d) l’utilizzo del subappalto fino ad una quota del 40% (in via sperimentale fino al 31 dicembre 2020);
e) l’estensione sperimentale delle riserve (fino al 31-12-2020) anche agli aspetti progettuali che sono stati oggetto di verifica (ai sensi dell’art. 25 del codice dei contratti pubblici);
f) l’istituzione del Collegio Consultivo Tecnico, con lo scopo di prevenire le controversie e la nuova soglia per il parere obbligatorio del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Qui si conclude il mio intervento. Auguro a tutti un buon prosieguo dei lavori.

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