Alfredo Fabiano, ingegnere e tiratore infallibile: triplo campione italiano di Pistol Caliber Carbine

Che cosa occorre per diventare un campione nello sport del tiro a segno? Ci vogliono, oltre all’abilità nel tiro, conoscenze di balistica, di tecnica, bisogna essere esperti nella carica delle cartucce e nella scelta delle polveri e degli inneschi.
E non basta: occorre una conoscenza profonda dell’arma da utilizzare (che in questo caso è solo un attrezzo sportivo e non uno strumento per difendersi o, peggio, per offendere) e conoscere tutte quelle “personalizzazioni” consentite dal regolamento per renderla più performante e vincente.
Per diventare un campione di tiro a segno, insomma, occorre anche un approccio ingegneristico.
E uno sportivo che pratichi il tiro a segno e che nella vita eserciti la professione di ingegnere, parte di certo con una marcia in più.
Quindi non è forse casuale che Alfredo Fabiano, ingegnere civile napoletano, libero professionista iscritto all’Ordine di Napoli, sia riuscito a laurearsi campione nazionale nella disciplina sportiva TRS (Tiro Rapido Sportivo) nella specialità detta Pistol Caliber Carbine (in sigla PCC) ottenendo a Verona nell’autunno dello scorso anno tre primati: il titolo di Campione Italiano “Assoluto”, il titolo di Campione Italiano “Senior” e il titolo di Campione Italiano di “Fascia” e arricchendo il già ricco medagliere del Tiro a Segno di Napoli, oltre a quello naturalmente da lui conquistato (vedere immagine in basso) nella sua pratica sportiva.
Ci sono altri ingegneri napoletani che potranno aspirare a questi traguardi?
Il miglior modo per scoprirlo è approfittare della convenzione riservata agli iscritti all’Ordine di Napoli e ai loro familiari per iscriversi all’Associazione napoletana Tiro a Segno a condizioni vantaggiose.
Ma torniamo all’ingegner Fabiano.
Praticavo già il tiro rapido sportivo con arma corta – racconta – e mi sono avvicinato alla PCC di recente. Del resto si tratta di una disciplina introdotta da poco. Con mio stupore e con stupore ancora più grande degli altri amici tiratori, mi sono subito trovato a mio agio“.La disciplina agonistica praticata da Alfredo Fabiano richiede doti non comuni: occorre ingaggiare e colpire i bersagli, anche in continuo movimento, nel minor tempo possibile, spostarsi velocemente e contemporaneamente cambiare rapidamente i caricatori e, in alcune sessioni di tiro, anche tenendosi in equilibrio su una piattaforma oscillante.
Fondamentale la rapidità: la PCC è una carabina semiautomatica, in calibro 9, che può diventare molto performante se tarata bene e maneggiata abilmente. “Riesco ad avere – spiega l’ingegner Fabiano – una cadenza di circa quattro colpi al secondo.
Con prestazioni così brillanti, sarebbe lecito aspettarsi lunghe e quotidiane sedute di allenamento.
E invece no. “Di solito mi alleno una sola volta alla settimana (magari due sotto gara)”, racconta il campione napoletano.
Insomma, alla tecnica ed alle abilità di ingaggio e fuoco rapido pare che nel caso di Alfredo Fabiano si abbini una sorta di talento naturale.
Ma vediamo che cosa ci dice la rete sul Tiro Rapido Sportivo.
Diligentia, Vis, Celeritas – si legge sul web – è il motto tradizionale anche del Tiro Rapido Sportivo e racchiude in effetti tutti gli elementi che lo rendono così speciale: Diligentia, cioè precisione, Vis, cioè potenza delle armi che si utilizzano, Celeritas, cioè velocità di esecuzione degli esercizi, che caratterizzano e compongono le competizioni. Il Tiro Rapido Sportivo richiede di saper gestire un’arma con determinati requisiti minimi in termini di prestazioni balistiche, coniugando efficacemente la precisione nel piazzamento del colpo, alla massima velocità di esecuzione, il tutto nella massima sicurezza. Il risultato finale è dato dal punteggio sui bersagli con le eventuali penalità e il tempo che si è impiegato a completare l’esercizio ed è su questo che si gioca un universo di differenti scelte. I bersagli sono cartacei di tipologie differenti, sia fissi che mobili, sono collocati a distanze diverse (tra 7 e 25 m circa) e devono essere ingaggiati con modalità differenti, che possono andare dalla posizione in piedi al tiro in ginocchio, oppure sdraiati, con due mani o con una mano sola, da dietro una finestra e così via. Gli esercizi non sono mai uguali a se stessi, né la procedura di esecuzione da parte del tiratore è fissa e immutabile, anzi spesso è proprio l’approccio personale all’esercizio a determinare il vantaggio sugli avversari“.
Insomma, non c’è proprio da annoiarsi. E con la convenzione stipulata dall’Ordine è ancora più facile capire se questo sport faccia o meno al proprio caso.

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